Primavera, stagione nemica per molti italiani che combattono ogni anno contro pollini e graminacee, parietarie, noccioli e molto altro, tanto che le allergie si posizionano ai primi posti fra le malattie croniche. Siamo esperti sull’ utilizzo di farmaci per combattere i disturbi di occhi, bocca e vie aeree che sono le sedi più colpite, ma siamo molto meno attenti (o ignari) del ruolo che una dieta corretta può svolgere nel modulare la risposta infiammatoria agli allergeni, migliorare i sintomi e ridurre la frequenza degli episodi acuti.
Acari e pollini sono i maggiori responsabili delle più frequenti allergie che hanno come conseguenze infiammazione e irritazione degli occhi, che lacrimano, mucose del naso che prudono, pizzicano. La causa di queste manifestazioni è una reazione alterata del sistema immunitario ad alcune sostanze che l’organismo riconosce come non compatibili, producendo di conseguenza anticorpi particolari che provocano la liberazione di istamina e altre sostanze pro-infiammatorie dalle cellule immunitarie. Se l’ infiammazione giunge anche a livello delle vie aeree, l’allergia si aggrava coinvolgendo altre sedi come l’intestino; infatti anche un’ alimentazione scorretta può accentuare l’infiammazione a livello intestinale innescando, per una reazione a catena, la sintomatologia allergica. Intestino e mucose del corpo, sono tra loro collegate da un sistema (definito con la sigla ‘MALT’, tessuto linfoide associato alla mucosa) che agisce come una sorta di vasi concomitanti di causa/effetto.
In alcuni casi allergia ai pollini significa anche allergia ad alcuni alimenti vegetali come nespole, pesche, anguria, ciliegie, kiwi, pomodoro, banane, nocciole, noci, mandorle che hanno una parentela allergenica con la pianta incriminata (reazioni crociate).
Ma sapete che i cereali che mangiamo ogni giorno appartengono alla famiglia delle Graminacee?
In particolare parlo di quello che é l’alimento sempre presente nella tavola degli italiani: il pane, la pasta, la pizza e in generale tutti i prodotti contenenti farina di frumento, ma non solo. Anche avena, farro, kamut, mais, miglio, orzo, riso, segale e sorgo.
Qual è la soluzione? Cambiare alimentazione almeno nel periodo interessato:
- eliminare i cereali raffinati e integrali ad eccezione del grano saraceno, della quinoa e dell’amaranto che non appartengono alla famiglia delle graminacee
- eliminare lo zucchero di canna; miele, melassa, zucchero di barbabietola sono invece concessi.
- attenzione all’amido di mais utilizzato come addensante in molti prodotti alimentari
- eliminare latte e derivati che generano reazioni crociate nelle persone allergiche ai pollini e alle graminacee
- eliminare prosciutti, insaccati e carne di maiale in generale
Cosa è possibile mangiare?
Carne, pesce (attenzione a tonno, sgombro e crostacei che sono alimenti istamino-liberatori), verdure, uova (2-3 a settimana), legumi (senza abusarne), frutta secca in piccole quantità.