Ormai lo sappiamo, l’intestino viene definito il “secondo cervello” e le patologie che lo colpiscono sono sempre più frequenti.
La sindrome dell'intestino irritabile è appunto una di queste. Fa parte dei disturbi più comuni che colpiscono la popolazione ed è quella condizione che una volta veniva definita "colite spastica". E’ caratterizzata da dolori addominali, meteorismo, sensazione di gonfiore, borborigmi, alvo alterno, difficoltà di digestione e in alcuni casi spossatezza.
Il termine “irritabile” indica che anche delle condizioni che fanno parte della vita di tutti i giorni come mangiare, lavorare, essere sotto stress, possono determinare nelle persone affette da “colon irritabile” una risposta eccessiva dell’intestino, con un’accentuazione dei sintomi.
Quali sono le cause?
Non si conoscono ancora del tutto bene: si pensa che tra i fattori rientrino la componente genetica, probabili infezioni cui si è stati affetti da bambini, alterazioni della flora batterica intestinale con un aumento dei batteri “cattivi”, eventi stressanti ripetuti nel tempo ed una modalità scorretta di alimentarsi. Tutti questi fattori determinano una eccessiva motilità intestinale ed una ipersensibilità tale da scatenare la sintomatologia. In realtà questa eccessiva sensibilità dell’intestino sembra essere legata ad un’alterazione della comunicazione tra intestino e cervello. Questo è molto importante perché in effetti tra questi due organi si instaura un vero e proprio “scambio” di sostanze che regolano il corretto funzionamento dell’intestino e se questa interazione non si verifica, in seguito per esempio ad uno stress forte, l’intestino ne risente e quindi ecco che si presenta il gonfiore addominale, la diarrea o la stipsi, il meteorismo.
Piccola parentesi, come stress si intende qualunque cosa che possa stimolare il tratto gastrointestinale: quindi fattori psicologici e sociali, ma anche la dieta, cambiamenti ormonali e attività fisica.
Oltre ad agire su questo aspetto, è fondamentale porre attenzione all’ alimentazione. Chiaramente ci troviamo in una condizione in cui l’intestino è eccessivamente sensibile alla maggior parte degli alimenti.
Ma quali sono quelli da ridurre o evitare?
Tutti quegli alimenti in grado di provocare gonfiore e produzione di gas come i legumi, broccoli, cavoli e carciofi, latticini se consumati più volte alla settimana. Consiglio anche di evitare il consumo di frutta subito dopo il pasto per evitare un' ulteriore fermentazione da parte dei batteri, sconsiglio il consumo di gomme da masticare, di caramelle ricche di fruttosio e di altri zuccheri che vengono utilizzati come cibo dai batteri, producendo gas. Anche l’eccesso di caffè e di thè potrebbero essere dannosi, così come molta frutta secca e semini. Prestare poi attenzione alle fibre contenute nei cereali: meglio ridurre le quantità di pasta e pane integrali che da un lato possono migliorare la condizione di stipsi, dall’altro potrebbero acuire i dolori addominali.
In realtà non esistono in assoluto alimenti che fanno bene ed altri che fanno male, è tutto molto soggettivo ed anche tutto molto variabile, nel senso che alcune persone riferiscono che alcuni cibi creano problemi in dei giorni e non in altri, senza riuscire ad identificare con certezza l’alimento da evitare. Per cui in questa fase quello che si può fare è effettuare una dieta da eliminazione, in cui si eliminano gradualmente gli alimenti che si pensa possano dare più fastidio, valutare se i sintomi migliorano, per poi pian piano reintegrarli in piccole quantità.
Cercate di masticare lentamente, senza fretta, prediligete verdure e frutta cotta. Consumate grassi come quelli contenuti nel pesce, nelle uova e nella carne bianca. Alternate i diversi cereali tra loro senza fossilizzarvi su uno in particolare.
E soprattutto, imparate ad ascoltare i segnali che ci invia il nostro corpo.